Decluttering intensivo: #minsgame 2016

La mia avventura con il decluttering è iniziata nel 2011 con moltissimo entusiasmo grazie a Laura di minimo che aveva indetto il “mese del decluttering”: una bellissima esperienza comunitaria che mi aveva fatto scoprire gioie e dolori di mettere mano all’enorme quantità di oggetti che riempivano i miei spazi.

Da lì sono derivate riflessioni e piccole scoperte su come affrontare al meglio un’attività che non è semplice “buttar via”, come ho capito fin da subito, ma si porta dietro emozioni, sensi di colpa, stupore, a volte rabbia e frustrazione. E ho capito che affrontare un decluttering in due è decisamente meglio, ci si sostiene, incoraggia, aiuta, consiglia.

Dopo quei primi anni pensavo di essermi comportata bene e di non aver accumulato troppa roba: guardandomi in giro non vedevo eccessivo disordine e c’erano molti spazi abbastanza vuoti.
Per questo quando Laura ha lanciato una nuova sfida sull’omonimo gruppo Facebook proponendoci di affrontare il Minsgame (nato sul blog The Minimalists) ho pensato che avrei resistito non più di una settimana, due al massimo.

Come funziona il #minsgame? Per tutto il mese di aprile si doveva eliminare un numero di oggetti corrispondente al giorno: un oggetto il primo giorno, due oggetti il secondo e così via fino ad arrivare a 30.  Poteva trattarsi di qualunque cosa (anche digital clutter) e smaltito in qualunque modo (cassonetto, riciclo, vendita, regalo, baratto, ecc).

Dato che pensavo di non avere molto da smaltire ho deciso di non parlarne qui sul blog giorno per giorno: che ingenuità!! Ovviamente ho smaltito tutti gli oggetti richiesti dal gioco e anche di più, oltre al fatto che non ho ancora finito: anche se non fotografo e non sto lì a contare, continua quasi quotidianamente l’opera di decluttering.

La sensazione di leggerezza, gioia, soddisfazione per un lavoro ben fatto sono impagabili: poter pulire in posti in cui non riuscivo ad accedere da mesi (anni?), eliminare un peso incredibile di cose inutili, guardarmi intorno e dentro ai mobili e trovare ordine e soprattutto spazio vuoto.
Possibilmente da NON RIEMPIRE…

Consiglio a tutti di provare, se vi spaventa l’idea del minsgame potete ridurlo o fermarvi a metà mese: è solo una piccola sfida con voi stessi, nessun obbligo, nessun giudice. Trovate qualche amico con cui farlo, venite sul gruppo Facebook a cercare soldarietà e consigli, leggete qualcosa qui su come affrontare al meglio il decluttering e cosa fare con gli oggetti che avete deciso di eliminare.
Vi consiglio soprattutto la regola dell’1-2-3 per decidere velocemente la sorte degli oggetti e la guida semiseria agli acquisti per evitare di farsi prendere dalla foga dello shopping in futuro…

Per concludere in bellezza un collage delle foto che ho fatto in questi 30 giorni…non finirò mai di stupirmi per le cose che riusciamo ad accumulare (e che ci “appesantiscono” la vita)!

Buon decluttering 🙂

10 pensieri su “Decluttering intensivo: #minsgame 2016

    1. yliharma Autore articolo

      Sì ma quando non ci entrano più e non hai spazio per un’altra libreria (è il mio caso…) che fai? L’unica cosa possibile: o smetti di comprare libri o elimini alcuni di quelli già letti e che non intendi rileggere in futuro. Io li scelgo così: meritano di restare con me solo quelli che avrei voglia di rileggere, di tutti gli altri ho visto che me ne posso liberare senza rimpianti 😉
      Ah e comunque i libri non li butto (tranne quelli veramente brutti o che nessuno vuole): regalo, vendo o libero con Bookcrossing!

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      1. unarosaverde

        Concordo. Ho dovuto arrivare alle tue stesse conclusioni. Ho sfoltito, tanto, v dendo, regalando, portando in biblioteche. Ho reintegrato con gli ebook. Non me ne sono pentita, nemmeno una volta fino ad ora e i libri (in realta’, a me interessa il loro contenuto), sono sacri per me. Me ne rimangono un migliaio, miei: mi sono data come prossimo obiettivo di portarli a 500.

  1. Denise Cecilia S.

    Sono riuscita ad arrivare a metà mese.
    Forse avrei fatto anche di più se non fossi stata assediata da altri pensieri e impegni, ma già così sono soddisfatta: sì, si può sempre liberare altri oggetti! E liberarci noi.

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  2. Milly

    Io ho sempre selezionato periodicamente, prima ancora che spuntassero come funghi libri e siti dedicati all’argomento in oggetto, regalando o vendendo ciò che non serviva più. Posso dire di aver buttato poche cose, anche perché avendo sempre tenuto alle mie cose, quando le ho date vie erano in buono o eccellente stato. Quel poco che ho buttato era composto da intimo, pigiami e abbigliamento ormai logorato dall’uso (ho sempre usato ciò che ho, perché ho sempre comprato solo ciò che mi serve).
    Da un po’ di tempo evito accuratamente gli oggetti di plastica, e da alcuni anni mi nutro solo di cibo che fa bene alla salute, e le volte in cui si mangia fuori per un motivo o un altro (lavoro o piacere) cerco di mangiare cibi il meno possibile nocivi.

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    1. yliharma Autore articolo

      Bravissima Milly! Infatti ora è quasi una “moda” ma prima che lo diventasse era semplicemente una necessità dettata dal buon senso 😉
      Per i libri sono d’accordo con te, finora ne ho buttati nella differenziata solo un paio (romanzi) che erano veramente indegni e la mega enciclopedia vintage del 1986 che non interessava a nessuno…

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