Di sentimental clutter ho già parlato ma volevo approfondire il discorso dopo aver letto (a novembre 2013!!) un altro post interessante di Colleen sui “memory triggers“, ovvero oggetti e situazioni che risvegliano in noi dei ricordi. Non so perché ho rimandato per mesi ma adesso è sicuramente il momento giusto, per qualcuno che mi è molto vicino.
La difficoltà di staccarsi da alcuni oggetti è nel fatto che ci aiutano a ricordare una persona o un evento prezioso. Il suggerimento più comune (ottimo) in questi casi è quello di fare delle foto e magari inserirle in un “mosaico” da mettere sul desktop del computer o da appendere al muro, per averle sempre vicino.
Colleen di 365lessthings ha avuto un’altra idea, secondo me molto valida: possiamo legare gli stessi ricordi evocati dall’oggetto a cose o situazioni della vita di tutti i giorni.
Ad esempio: un oggetto appartenuto alla madre di Colleen le riporta alla mente il ricordo della sua risata. Ora ogni volta che sente qualcuno ridere di gusto le viene subito in mente lei. Anche cucire e cucinare, la forma della sua bocca e alcuni tratti del suo carattere le ricordano la mamma. Sono tutti elementi presenti ogni giorno nella vita di Colleen e in questo modo non sente il bisogno di avere in casa oggetti appartenuti a lei.
I canguri, le auto e un lavoro ben fatto le ricordano suo padre.
Vedere foto o documentari, sentire un accento straniero le ricordano i posti che ha visitato nei suoi viaggi.
Secondo me spesso non è necessario impegnarsi per fare queste associazioni di idee perché succede già spontaneamente, basta solo prenderne atto per farlo accadere più spesso.
Aggiungo anch’io qualche esempio di cose che mi ricordano il mio papà: le saponette verdi o blu al profumo di lavanda, guidare la macchina, la forma della mia bocca, le mie mani, la Francia, le farmacie, il solletico, la birra tedesca.
Nel post precedente mi chiedevo se sarei riuscita a buttare il vecchio maglione di lana di papà: fatto qualche anno fa, non ricordo più quando…e non è successo niente 🙂