Il post di oggi di minimo mi ha fatto prendere coscienza del metodo che ho usato finora (senza quasi rendermene conto) per decidere se un oggetto va eliminato o no.
Prima di tutto ho notato che per funzionare bene non devo fermarmi a riflettere a lungo: se ci penso troppo è molto probabile che tutto ritorni esattamente dov’era….
Il mio “metodo”: prendo in mano l’oggetto, lo osservo attentamente e applico quella che chiamerò la
regola dell’1-2-3 ovvero mi pongo 3 semplici domande cercando di rispondere d’istinto e senza riflettere troppo
- mi serve?
- da quanto tempo non lo uso?
- potrei usarlo di nuovo?
Se rispondo no alla prima domanda, è da smaltire.
Se sono indecisa passo alla seconda: se la risposta è “non me lo ricordo neanche/mesi/anni”, probabilmente è da smaltire, ma per sicurezza di solito mi pongo anche la terza domanda e cerco di immaginarmi ad usare quell’oggetto (con i vestiti funziona alla grande).
Se decido che l’oggetto è da eliminare, devo capire a quel punto cosa farne: anche qui applico la regola dell’1-2-3, cambiando le domande:
- è ancora utilizzabile?
- potrei regalarlo a qualcuno che conosco?
- vale la pena affrontare lo sbattimento di cercare di venderlo?
Ottimo metodo, anche io lo uso e funziona. Io ho venduto parecchie cose su eBay, ma non posso che darti ragione: deve valerne la pena, perché è veramente uno sbattimento.
ce l'ho fatta!!!! mi sono detta “basta posticipare, è ora di farlo!!!!!”: visto che sono a casa malaticcia…
http://annunci.ebay.it/annunci/strumenti-musicali/terni-annunci-terni/chitarra-elettroacustica-fenix-d-50-me/20259002
Vendere in effetti richiede tempo e non sempre funziona. A volte, se sono oggetti nuovi, regalo alle pesche di beneficenza, altre provo anche io su eBay. Le tre regole funzionano sempre. I ricordi associati ad alcune cose però mi fregano ancora…!
ahem *_*
voglio provarci.
ma.
*_*
noncelapossofare.
io.noncelapossofare *_*
Gi…io non ti ci vedo proprio a fare decluttering!!! 😀
ho una visione di te che mi spieghi che quel particolare scontrino del bar ti ricorda di quando avevi preso una granita al cocomero nel lontano 19xx con Y e quindi non puoi assolutamente gettarlo via…
scherzi a parte, mi rendo sempre più conto che sta cosa del decluttering va al di là del “fare ordine”, è qualcosa che ha profondamente a che fare con quello che abbiamo dentro e come ci rapportiamo con gli oggetti e con il passato. fare decluttering è un po' anche esercizio di lasciar andare, accettare che il passato è passato e che non tornerà e che i ricordi più belli li portiamo nel cuore, non su una mensola. è un po' come il processo lento e faticoso di togliere strati di terra da un reperto archeologico: alla fine ti ritrovi a capire qualcosa di più di te stessa e ad avere intorno solo le cose che davvero ti rappresentano qui e ora e che ti fanno stare bene. per questo dopo tanti anni vendo la chitarra che avrei tanto voluto continuare a suonare perché mi piaceva davvero: ormai quel tempo non c'è più e io lo posso accettare. spero che qualcun altro se ne prenda cura per me 🙂
Pingback: I "pensierini" « Minimal…Italy
Pingback: Un tuffo nel Medioevo | Minimal...Italy
Pingback: Il Minimalismo: non solo decluttering | Minimal...Italy
Pingback: Chi la dura la vince | Minimal...Italy
ed eccomi qui dopo mesi che ti cercavo;) Sono un’accumulatrice, di quelle che nascondono tappi in fondo ai cassetti in ricordo di chissà che cosa… e per assurdo sono una che ama l’ambiente e cerca di lasciare poco del suo passaggio per non deturparlo. Ecco perché ti cercavo, per capire come posso fare ad impattare poco e conservare meno. Se “funzioni” ti devo una birra 😉 Piacere di conoscerti sono Ambra
Benvenuta Ambra!
Anch’io conservavo di tutto…scontrini dei posti in cui ero stata, biglietti usati della metro di Parigi (non uno: mazzetti…), carte telefoniche, depliant…di tutto!
Ce la farai di sicuro anche perché una volta iniziato poi ti piace la sensazione di “spazio” e la soddisfazione per aver messo in ordine!
E poi la birra la voglio quindi mi devo impegnare anche io 😀
Pensa che io addirittura ho eliminato i cassetti nella speranza di non avere posti dove accumulare ma ho fallito miseramente adottando il metodo scatoloni nascosti;) Mi impegnerò e ti dirò! 🙂
Pingback: Quando il decluttering mette paura | Minimal…Italy
Pingback: Decluttering intensivo: #minsgame 2016 | Minimal…Italy