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L’epopea dello smartphone: com’è andata a finire?

lg-mobile-LG-G2-gallery-02-medium2-best-phoneIl 13 aprile del 2012 (oltre 4 anni fa) analizzavo la necessità o meno di possedere uno smartphone e la conclusione era stata negativa: non mi serviva, non ero pronta.

Circa un anno dopo cominciavo a sentire la mancanza di uno strumento tecnologico portatile che mi permettesse di accedere ai vari servizi e informazioni che ormai erano il mio pane quotidiano stando al pc. Ero ancora titubante perché non volevo ritrovarmi “schiava” del telefonino come tanta gente che vedevo intorno a me, sempre a controllare le notifiche, postare, chattare, fotografare, navigare, invece di concentrarsi sulle persone e sulla vita vera.

Pochi mesi dopo il secondo post mi sono comprata il Kindle, dopo lunghe riflessioni di carattere pratico (non ho più spazio fisico dove mettere i libri cartacei, gli ebook costano meno), “filosofico” (ahhhhhh il piacere della carta, il profumo dei libri, ecc ecc), ecologico (smaltire un libro di carta vs smaltire un apparecchio elettronico, abbattimento degli alberi, ecc.). Penso che quello sia stato una specie di punto di svolta: la rivoluzione digitale era iniziata!

Ho aspettato però un altro anno, fino a novembre 2014, prima di acquistare uno smartphone Android di fascia media (poco meno di 300 euro per un LG G2).
Non posso dire di non averci pensato bene…sicuramente un acquisto NON impulsivo!

A distanza di un anno e mezzo circa dall’acquisto ho deciso di tirare le somme di questa esperienza, per verificare se le mie supposizioni e analisi erano esatte.

  • È vero che trascorro poco tempo lontano dal pc, ma non avevo valutato di poter alternare pc e smartphone durante la giornata e che ci sono delle cose che è più comodo fare con lo smartphone (vedi ad esempio archiviazione di documenti fotografati su Evernote).
  • Avevo valutato di poter usare lo smartphone per circa 2 ore settimanali: no, decisamente non avevo idea della miriade di cose che si possono fare con questo aggeggio. Questa previsione si è rivelata assolutamente errata. La praticità di avere tutto in tasca, di poter accedere alle mie cose ovunque, le batterie del lettore mp3 e la quantità enorme di carta stampata che ho risparmiato usando lo smartphone sono vantaggi incalcolabili.
  • Maggiore fragilità e peso/ingombro rispetto ad un telefonino vecchio stile: anche qui mi sono sbagliata, lo smartphone in tutto questo tempo mi è caduto una sola volta e da un’altezza minima. Non so se siano proprio le dimensioni che lo rendono in effetti più facile da afferrare o il case protettivo gommoso, ma rispetto agli altri telefoni non c’è paragone: quelli sgusciavano via come anguille! Anche il peso è irrisorio e il fatto di non avere più un pesante caricabatterie da portarmi in giro è una delizia.
  • Il pericolo di diventare “vittima” delle notifiche ed essere completamente assorbita dallo smartphone: mi sono comportata abbastanza bene, ma potrei fare di meglio.
    • Il telefono a lavoro è sempre in modalità vibrazione, le notifiche di Whatsapp sono completamente disabilitate (restano solo quelle visive) e tengo sempre lo schermo spento in modo da non vedere i fatidici numerini rossi che sono una tentazione tremenda! Sms e telefonate sono l’unica distrazione concessa. Se sono a yoga o in altri contesti in cui non voglio essere disturbata nemmeno mentalmente utilizzo la modalità aereo e disabilito tutto.
    • La “sete di conoscenza” invece è un po’ più difficile da gestire: ho ben 2 Giga di connessione al mese (difficilmente ne consumo più di 1) perciò quando sono in giro e in una conversazione viene fuori qualcosa che nessuno sa con certezza non riesco a resistere…devo googolare! Se sono disconnessa non mi sento male e me ne faccio una ragione, non controllo il telefono in modo compulsivo (tranne quando mi annoio…) ma non riesco a resistere al richiamo della conoscenza a portata di mano. E in fondo…perché dovrei?
    • I giochini…ecco questo è un tasto un po’ dolente. Ho installato solo 3 app di giochi sul telefono ma sono in effetti una specie di droga. Con quelli sul pc è esattamente la stessa cosa, quindi il problema sono i giochi non il mezzo di fruizione, ma sullo smartphone mi consumano la batteria e questo non va assolutamente bene.
  • Il digital clutter:
    • Le app: ne ho installate poche e le uso tutte. Ecco la lista: Youtube, varie di Google (documenti, maps, drive, fogli, hangout, gmail, chrome), Whatsapp, Facebook+messenger,  Dropbox, Evernote, Waze, Lastpass, Amazon (music e kindle), Tripadvisor, Airbnb, qrcode reader, Mytim mobile, Trenitalia, Instagram (quest’ultima è recentissima, non sono ancora molto convinta di tenerla). In tutto occupano un paio di schermate, insieme alle icone di altri strumenti quali rubrica, torcia, calendario, sveglia, tasto telefono, ecc.
    • Sfondi e suonerie: uso uno degli sfondi di default (sono molto abitudinaria, mi piace sapere a colpo d’occhio dove sono le icone delle app che utilizzo di più e ho bisogno di colori poco invasivi) e ho installato un unico set di suonerie soft e “zen” con musiche delicate e poco fastidiose.
    • Foto e video: cancello periodicamente foto e video ricevuti tramite Whatsapp. Quelle che faccio io vengono sincronizzate in automatico su Dropbox e ogni tanto archivio quelle che voglio tenere cancellandole dalla cartella sincronizzata, in modo da non occupare inutilmente spazio sul telefono.

In conclusione: sono più che soddisfatta del mio acquisto (è un ottimo telefono) e di tutto quello che ci posso fare, mi ha semplificato e migliorato la vita in moltissimi modi che non avrei nemmeno potuto immaginare. Mi ha anche permesso di essere più “presente” nella vita degli amici lontani, mi fa sentire parte della loro vita anche se non siamo fisicamente insieme e questa forse è una delle cose più belle che potessi sperare di ottenere.

Il pomodoro italiano e il destino del Ghana

Immagine presa dalla pagina Facebook che promuove l'inchiesta

Immagine presa dalla pagina Facebook che promuove l’inchiesta.

Vi segnalo un articolo assolutamente da leggere e da vedere (contiene brevi video) e da diffondere più possibile: questo è quello che stiamo facendo all’Africa (tra le tante altre cose) ed è parte delle cause che spingono così tante persone ad emigrare in Italia.

Poi non ci lamentiamo se ci sono i viaggi della speranza e le carrette del mare: è anche colpa nostra. E scusate la brutalità ma questo articolo mi ha lasciato un senso di disagio enorme.

The Dark Side Of The Italian Tomato  (interamente in italiano, i video sono sottotitolati)

Nuovo look!

minimalitaly.jpgFinalmente il blog ha un logo!
Liberamente ispirato al Taijitu466px-Yin_yang-1.svg un simbolo per me estramamente importante: parla del costante movimento di tutte le cose, dell’alternarsi senza fine dei due estremi yin e yang (ombra e luce, freddo e caldo, nero e bianco) e del fatto che non esiste niente di totalmente yin o totalmente yang, perché nella vita ci deve sempre essere equilibrio e la natura tende a ristabilirlo in ogni modo.

Grazie a Mykoize per averlo realizzato (in tempi record!) e per essere riuscita ad esprimere proprio quello che volevo ❤ anche se non so come abbia fatto a capirlo dai miei discorsi farneticanti…

Vi segnalo anche il link al sito Contiamoci (qui a fianco): si parla di buone pratiche che salvaguardano l’ambiente e fanno bene anche a noi!
Ne ho parlato tempo fa ma un ripassino ogni tanto ci vuole 😉

Clutter e feng shui

pakuaIl feng shui è un’antica arte cinese che descrive come costruire e arredare la propria casa in modo che ogni attività si svolga al meglio, basandosi principalmente sul principio dell’alternanza di yin/yang e sulla teoria dei 5 elementi. E’ una materia veramente complessa e molto affascinante, se ne volete sapere di più vi consiglio una ricerca in internet, tanto per iniziare 🙂
Mi è capitato di leggere un articolo che elenca 5 errori assolutamente da evitare in ogni casa e lo riassumo qui perché è molto molto in tema!

  1. L’ingresso è poco accogliente.
    Abbellitelo! Rendetelo allegro. La porta d’ingresso viene anche detta “bocca del chi” ed è il vostro biglietto da visita per il mondo. Assicuratevi che lo zerbino sia nuovo e pulito e che il portico non sia in disordine (clutter free). Meglio ancora se in questa zona avete qualcosa di rosso, una fontana o una pianta in fiore. Quando la porta d’ingresso è attraente, può attirare cose positive nella vostra vita.
  2. Ci sono oggetti sotto il letto.
    Nel feng shui la camera da letto è una delle stanze più importanti della casa, perché un buon sonno è la chiave per una buona vita. Mantenete la zona sotto al letto priva di oggetti (free of clutter) in modo che il chi (energia) salutare e gioioso possa circolare liberamente.
  3. Sedie, letti ed elettrodomestici sono disposti in modo tale che date le spalle alla porta.
    Sia che si tratti del letto, della scrivania o della cucina, è sempre meglio essere in posizione di “comando”, dalla quale potete vedere la porta della stanza. In questo modo potete essere completamente “presenti” in quello che state facendo.
  4. Gli specchi sono posizionati male.
    Gli specchi possono portare molto beneficio ma possono anche rivelarsi estremamente dannosi. Se uno specchio vi “taglia la testa” quando ci passate davanti o riflette qualcosa di spiacevole (ad esempio un wc o del clutter), o si trova di fronte al letto, per favore riposizionatelo! Tenete presente che uno specchio frammentato o deformato può causare un’immagine di sé “frammentata” e “distorta” e gli specchi antichi, anche se vanno di moda, potrebbero essere un problema perché impediscono di vedersi in modo chiaro.
  5. La casa è sporca e/o disordinata (clutter).
    Ho tenuto la più importante per ultima. Se la vostra casa è sporca, state lasciando che il chi negativo si accumuli. Se la vostra casa è disordinata (cluttered) e piena di roba che non amate o non usate, vi state creando dei “blocchi” molto reali. Lasciate andare tutto! Vestiti che non mettete più, elettrodomestici rotti che pensavate di riparare, quel progetto che avete in mente da cinque anni e oggetti ai quali siete legati per ragioni emotive. Quando li lasciate andare, state inviando all’universo il messaggio che volete qualcosa di meglio e che avete fiducia che l’universo ve la manderà. Ripulite tutto, e vi accorgerete di respirare più facilmente!

Visto quante volte ricorre la parola clutter (e derivati)? 😉

UPDATE: un altro articolo sul Feng shui (versione semplificata per noi occidentali…) che ho letto oggi elenca 10 semplici consigli, tra i quali ovviamente c’è ancora quello di eliminare il “clutter“. La spiegazione è molto interessante:

Il feng shui sostiene che siamo tutti energeticamente connessi ad ogni oggetto che possediamo. Possedere un’enorme quantità di roba da gestire prosciuga la nostra energia e ci butta giù. Vi è mai capitato di dire “wow, ora che la mia casa è un’area disastrata mi sento molto meglio”? Le nostre case sono metafore della nostra vita e rifletteranno sempre il nostro essere o non essere persone bilanciate.

Letture estive

2013-08-04 12.26.46Sono appena tornata da 10 giorni di Irlanda, distese di verde e blu, cieli da quadro impressionista, oceano e foresta.
E nei ritagli di tempo delle attese ho letto Fight Club di Chuck Palahniuk, un libro che mi ha colpito così tanto che ho fatto le “orecchie” alle pagine, una cosa che non faccio mai!
Ho trascritto qui alcuni estratti che hanno molto a che fare con i temi di questo blog, spero vi venga voglia di leggere il resto perché merita veramente, anche se avete visto il film:

Compri mobili. Dici a te stesso, questo è il divano della mia vita. Compri il divano, poi per un paio d’anni sei soddisfatto al pensiero che, dovesse andare tutto storto, almeno hai risolto il problema divano. Poi il giusto servizio di piatti. Poi il letto perfetto. Le tende. Il tappeto.
Poi sei intrappolato nel tuo bel nido e le cose che una volta possedevi, ora possiedono te.

Il portiere mi si è affacciato sulla spalla e ha detto:
“Un sacco di giovani non sanno cosa vogliono veramente”.
Oh Tyler, ti prego, salvami.
E il telefono squillava.
“I giovani credono di volere il mondo intero.”
Liberami dai mobili svedesi.
Liberami dall’artistico-funzionale.
Il telefono squillava e Tyler ha risposto.
“Se non sai quello che vuoi” ha detto il portiere, “finisci con un mucchio di roba che non vuoi.”
Possa non essere mai completo.
Possa non essere mai soddisfatto.
Possa non essere mai perfetto.
Liberami, Tyler, dall’essere perfetto e completo.

In passato era sufficiente, quando tornavo a casa rabbioso e sapevo che la mia vita non stava dietro al mio piano quinquennale, mettermi a ripulire l’appartamento o lucidare la macchina. Un giorno sarei morto senza una cicatrice addosso e averei lasciato un gran bell’appartamento e una gran bella macchina. Molto, molto belli, fino al formarsi di un nuovo velo di polvere o fino all’arrivo di un nuovo proprietario. Non c’è niente di statico. Persino la Gioconda se ne va a pezzi.

“[…] La pubblicità ha spinto questa gente  ad affannarsi per automobili e vestiti di cui non hanno bisogno. Intere generazioni hanno svolto lavori che detestavano solo per comperare cose di cui non hanno veramente bisogno.
“Noi non abbiamo una grande guerra nella nostra generazione, o una grande depressione, e invece sì, abbiamo una grande guerra dello spirito. Abbiamo una grande rivoluzione contro la cultura. La grande depressione è quella delle nostre vite. Abbiamo una depressione spirituale.”

Detestavo la mia vita. Ero stanco e stufo del mio lavoro e dei miei mobili e non vedevo un modo per cambiare la situazione.
Solo finirla.
Mi sentivo in trappola.
Ero troppo completo.
Ero troppo perfetto.
Volevo una via d’uscita dalla mia vita minuscola. Panetti di burro da porzione singola e una stretta poltrona d’aereo per quotidianità.
Mobilia svedese.
Artistico-funzionale.

Smartphone o non smartphone…questo è il problema!

Amleto-con-il-teschio-di-YorickPossedere uno smartphone sta diventando una necessità…e non ne sono tanto contenta, non mi piace sentirmi “obbligata” ad averlo. Obbligata da chi poi? Direi dal modo in cui procede la società, dall’abitudine ad avere certi strumenti tecnologici sempre a portata di mano, dalla difficoltà a rinunciarci, dal proliferare di servizi utili disponibili solo come app.

Nel post in cui valutavo l’opportunità dell’acquisto avevo fatto un calcolo approssimativo delle ore di effettivo utilizzo di uno smartphone e da quel punto di vista non è cambiato molto: è molto probabile che lo userei (al di là della funzione telefono) per poche ore a settimana.
Quello che è cambiato è il valore che stanno assumendo quelle ore: le possibilità che offre uno smartphone sono molto allettanti e lo diventano ogni giorno di più.

Servizi utili come previsioni del traffico autostradale, check-in dei voli aerei, mappe e orari del trasporto pubblico, l’indispensabile Tripadvisor, la comodità di scattare una foto per prendere nota di qualcosa, la possibilità di accedere ai miei taccuini Evernote offline ovunque, per non parlare di Google Maps…
Mi sembra di “perdermi qualcosa”, e in effetti è così: è come se avessi a disposizione una comoda cucina a gas per una parte della giornata (quella che passo davanti al pc) e per il resto del tempo mi dovessi arrangiare con la pietra focaia! 😀

Oltre tutto c’è la possibilità (molto concreta) di un viaggio di due settimane a Taiwan e Hong Kong in autunno e in quel caso non potrei proprio partire senza…per tutti questi motivi sto di nuovo valutando la questione e la mia compagnia telefonica ci si mette di mezzo mandandomi sms di promozioni (che mi stiano spiando sul serio??).

Il pericolo è quello di diventare “vittima” della tecnologia e della sete di conoscenza e ritrovarmi assorbita dal telefonino come tante persone che vedo in giro, che invece di parlarti guardandoti negli occhi ti ascoltano distrattamente chattando su Facebook…
Ma d’altra parte prima o poi (che sia ora o fra qualche mese) ci dovrò fare i conti e in fondo le sfide mi piacciono!

Rifletto ancora un po’ e mi informo sulle offerte…e a questo punto le mie amiche ultra-fan dello smartphone staranno già facendo la danza della gioia 😀

UPDATE: C’è decisamente una congiuntura astrale che mi spinge in quella direzione o sono io che sto “piegando” gli eventi…ma sono appena capitata su questo articolo interessantissimo: The distraction-free iPhone (applicabile ovviamente a qualunque marca di smartphone, che i miei soldi la Apple non li vedrà mai).
Che ne pensate? Utopia o fattibile?