Tutta questione di scelte

Accendi la tv, la radio, apri i tuoi quotidiani o i settimanali e clicca sul banner pubblicitario creato appositamente per soddisfare i tuoi bisogni, gusti e desideri. Visto? Hai milioni di problemi. Sei ansioso, stanco, stressato, preoccupato, sopraffatto, sottopagato, oberato di lavoro, sottovalutato, sovrappeso, depresso, troppo vecchio, troppo grasso, troppo magro. I tuoi muscoli scheletrici non sono grandi abbastanza, al tuo addome flaccido manca la tartaruga, il tuo viso rugoso non è abbastanza giovane.

Accidenti! Stando alla maggior parte della pubblicità, sei veramente un disastro!

Niente paura, ci sono miriadi di soluzioni pronte in ogni pubblicità.

[…] I migliori pubblicitari ed esperti di marketing sono artisti nel farti desiderare spasmodicamente qualcosa che non sapevi nemmeno esistesse. […]

Cavoli, probabilmente la tua vita è davvero un casino. Ma anche se è un disastro, come lo erano le nostre vite, nessun prodotto risolverà i tuoi problemi. Solo tu, col tempo e agendo deliberatamente, puoi sistemare te stesso. Sicuramente non è facile – e non è nemmeno sexy come il gadget all’ultima moda o la pillola che guarisce tutti i mali – ma cercare di mitigare la propria insoddisfazione con una soluzione rapida in vendita da qualche parte è come cercare di risolvere un problema con il problema stesso.

Ryan e Joshua concludono la riflessione che vi ho in parte tradotto sopra con una nota di speranza: secondo loro la gente piano piano si sta facendo furba, comincia a privilegiare prodotti e marche che hanno a cuore le persone, che non farebbero di tutto (anche farti del male…) pur di vendere i loro prodotti, e che in questo processo il web ha avuto e avrà moltissima importanza, smascherando i “cattivi” e dando visibilità ai “buoni”.

Speriamo che sia così, anche se il rischio è che questi geni del marketing ci vendano a caro prezzo idee che gli abbiamo suggerito proprio noi…
E’ un caso che Garnier si sia precipitata a fare balsamo (buono) e shampoo (non tanto buono) senza siliconi? E’ interessata al nostro benessere e a quello dell’ambiente o magari ha visto crescere il numero di coloro che hanno abbracciato i prodotti ecobio e ha perso clienti?
Ha fiutato un potenziale business in crescita e ci si è fiondata, punto e basta. E secondo me ha fatto bene!
Forse allora bastano davvero le nostre scelte, il nostro comportamento di consumatori responsabili ad orientare il mercato e cambiare l’offerta? Forse otteniamo solo prodotti scadenti che ci fanno male o prodotti inutili e costosissimi solo perché è quello che inconsciamente chiediamo?
Noi vogliamo soluzioni facili, attraenti, scintillanti, che ci facciano apparire “belli e vincenti”, i produttori inventano oggetti sempre nuovi che soddisfino i nostri desideri (a qualunque costo) e i pubblicitari confezionano il tutto in modo accattivante (magari mettendoci il Banderas di turno): et voilà! Il danno è fatto…

Non abbiamo idea della forza del numero, non abbiamo realizzato che il potere è nelle mani del consumatore, di quello che ha il portafogli in tasca. Se continuiamo ad accontentarci di comprare “merda” solo perché luccica e costa poco, ne otterremo sempre di più. Se ci mostriamo suggestionabili ai “modelli” della tv otterremo sempre più puntate di “Amici” e sempre meno informazione attendibile. Se siamo pronti a seguire la massa anche se questo significa fare ore di fila e indebitarci per comprare l’ultimo gadget tecnologico, allora state pronti: è sicuramente in arrivo l’aifono 6…

ps: non ho niente contro gli smartphone (anche se non me ne serve uno) ma non mi piace il modo in cui la “compagnia della mela” manipola le persone per vendere i suoi prodotti, e non mi piace neanche come accetti con disinvoltura le notizie che vengono dalle sue fabbriche In Cina…

3 pensieri su “Tutta questione di scelte

  1. Denise Cecilia S.

    Quoto quel p.s.
    Non è la prima volta che penso di comprarmi un Apple per la sua funzionalità ecc., ma poi mi guardo intorno e vedo uno, due, tre invasati che ne parlano come fosse il Messia, e mi fermo. Sgrunt. Voglio migliorare il mio lavoro, non infilarmi in una setta.

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